28 marzo 2008

INTER 100: le origini



La storia dell' Inter, o meglio: del "Football Club Internazionale di Milano", ha inizio la sera del 9 marzo 1908. "Inter" sta infatti per "Internazionale", vale a dire una squadra aperta verso l'estero, anche nel senso di offrire spazio a giocatori non italiani (come il suo primo Capitano, lo svizzero Manktl). L'Inter era la risposta al preesistente "Milan Cricket and Football Club", e si sentiva ben simboleggiata dal dipinto dedicatole dal pittore Giorgio Muggiani. I colori della Società - oro, nero, azzurro - sono rimasti gli stessi di oggi. Primo Presidente era il veneziano Giovanni Paramithiotti. Due anni dopo arriva il primo scudetto, conquistato con un bel risultato (11-3) contro la Pro Vercelli, dopo un campionato non facile. Con la Grande Guerra si manifesta il caos, anche per la nostra Inter. Il Capitano del primo scudetto, Virgilio Fossati, partito per il fronte, fu uno dei tanti che non tornarono più a casa. Il Presidente di allora era Giuseppe Visconti di Modrone. Passato questo periodo così difficile, l'Inter riesce comunque a recuperare alla grande la sua grinta e la sua voglia di sognare: nel primo campionato organizzato nel dopoguerra vince infatti il secondo scudetto, battendo il Livorno per 3-2, il 20 giugno1920. Durante il successivo periodo fascista probabilmente non risulta gradita l'apertura "internazionale" della squadra: l'Inter è costretta a fondersi con l'Unione Sportiva Milanese, cambiando nome e maglia. Si trasforma in Ambrosiana, con maglia bianca rossocrociata. Ma i suoi tifosi la sostengono all'Arena, urlando come sempre "Forza Inter". Nel 1932 viene concessa la possibilità di abbinare i due nomi: nasce quindi l'Ambrosiana-Inter. Il terzo scudetto arriva nel 1930, a dieci anni dal precedente. E' il periodo di Giuseppe Meazza e dei suoi successi in Nazionale (ai Mondiali del '34 e del '38). Il quarto scudetto l'Inter lo conquista proprio nel 1938, con Meazza. E, nel 1939, arriva anche la prima Coppa Italia. Nel '40 Meazza si infortuna gravemente e la squadra deve farne a meno per l'intera stagione. Nonostante questo grosso inconveniente, dopo aver lottato con il Bologna fino all'ultimo giorno, nel giugno del 1940 la vittoria è per l'Inter: quinto scudetto. Otto giorni dopo, Mussolini annuncia l'entrata in guerra al fianco della Germania. Il campionato continuerà fino al giugno del 1943: oltre non è più possibile, per ovvie ragioni. Dal 1942 il Presidente è Carlo Masseroni: la squadra recupera il suo nome originario "Internazionale" e, nel 1945, tutti la riconoscono semplicemente come "Inter". A questo punto è d'obbligo ricordare che il grande Meazza, dopo aver segnato 224 gol per l'Inter sui suoi complessivi 248, e dopo aver concluso le sue ultime stagioni al Milan e alla Juventus, lascia il calcio. A lui è dedicato lo stadio dove adesso giocano Milan e Inter, ristrutturato per i Mondiali di Italia '90 con l'edificazione di un terzo anello che ne ha portato la capienza complessiva a 85.000 posti. Durante i primi anni Cinquanta, Inter significa Armano e "Veleno" Lorenzi, l'olandese Wilker, lo svedese "Nacka" Skoglund e l'ungherese-apolide Nyers: un attacco fortissimo. Per non parlare dell'imbattibile portiere, Giorgio Ghezzi, detto "il Kamikaze", e dell'allenatore Alfredo Foni. Tutti insieme portano all'Inter, nel 1953, il sesto scudetto. Non basta: nel 1954, la squadra conquista il settimo scudetto. Nel 1955 diventa Presidente Angelo Moratti, petroliere: "il Presidente", che accompagnerà l'Inter a livelli indimenticabili. Le altre squadre sono davvero forti: Milan, Juventus, Fiorentina.. All'Inter arrivano Massei, Vonlanthen, Firmani, si avvicendano allenatori, si impegna Meazza, ma i risultati non sono buoni. Nel 1957, però, arriva l'argentino Antonio Valentin Angelillo, cresciuto nel Boca di Buenos Aires e l'anno dopo realizza per l'Inter ben 33 gol durante il campionato. Un record imbattuto, ma insufficiente: serve solo a raggiungere il terzo posto, dopo Milan e Fiorentina. Ma il suo Presidente continua a credere nelle potenzialità, nelle qualità della Squadra. E con lui, sua moglie Erminia, che ha reso la squadra quasi una grande famiglia, e i suoi figli, tra i quali Massimo, attuale Presidente. Alla fine degli anni Cinquanta, nel 1958, la svolta decisiva: fra i giovani, a 16 anni, entra Mario Corso. Nel 1960, arrivano Italo Allodi, che si occuperà della Società per 20 anni, e Helenio Herrera, che allenava in Spagna. Herrera è un tipo meticoloso, che sta sempre con gli occhi addosso alla squadra e conosce davvero il calcio. Il campionato del 1961 si conclude per un soffio a favore della Juventus, dopo episodi incredibili... Una partita, sospesa per invasione di campo e data vinta dall'Inter a tavolino per 0-2, viene rimessa in gioco a torneo concluso. L'Inter, per provocazione, mette in campo i giovani della Primavera e perde per 9-1. Quel gol è di Sandro Mazzola. C'è l'esordio di Giacinto Facchetti e la ripresa di Picchi, Burgnich, Zaglio. Lascia invece Angelillo, e poi anche Lindskog e Firmani. Ma arrivano Bettini, Hitchens e Suarez. La grande Inter degli anni sessanta è appena nata e vincerà tutto grazie anche a Picchi, Facchetti, Mazzola e Jair.

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